«Dieci anni fa, vedere un piatto etichettato come “vegano” sui menu era una piacevole sorpresa, oggi questa offerta non è insolita. Grazie a un numero sempre crescente di celebrità, atleti e imprenditori vegani, proposte di alimenti di origine vegetale sono diventati più comuni. Mangiare senza crudeltà oggi è facile, dalle catene di fast-food come quella finanziata anche da Lewis Hamilton e Leonardo DiCaprio, Neat Burger, (sta aprendo a Milano) alla pionieristica gamma di gelati vegani Valsoia presente in tutta Italia. Ma per quanto la scelta di seguire un'alimentazione a base vegetale sia ammirevole, essa è solo uno degli aspetti di uno stile di vita rispettoso degli animali e dell'ambiente.

Veganesimo significa decidere di non fare male agli animali

Basandosi sul semplice principio secondo cui gli animali non sono nostri per essere usati, vivere vegan va oltre le nostre scelte alimentari. È uno stile di vita che cerca (per quanto praticabile e possibile) di non far male agli animali, perché a prescindere dalla specie, essi sono individui, non merci. Sebbene l'impeto del movimento per la liberazione animale sia innegabile, c’è ancora molta strada da percorrere, e ognuno di noi può fare un’enorme differenza attraverso le nostre scelte quotidiane.

Sulla moda vegana

Anche nel settore industriale della produzione di moda gli animali soffrono. Non solo per quanto riguarda le pellicce, che in molti abbiamo scelto di non indossare o indossare solo di seconda mano, ma anche la pelle, o qualsiasi altra parte di un animale finisca nel nostro guardaroba, proviene quasi sicuramente da una creatura che ha sofferto. Per esempio, una nostra inchiesta del 2023 che ha raccolto filmati investigativi in 117 aziende di lavorazione della lana in quattro continenti ha rivelato che i lavoratori abusavano in modo ripugnante delle pecore, picchiandole nei capannoni di tosatura e mutilandole regolarmente negli allevamenti.

Allo stesso modo, le indagini sull’industria del cashmere hanno rivelato che le capre urlano di dolore quando il loro pelo viene strappato. Anatre e oche vengono spiumate vive e brutalmente uccise per fare in modo che le loro piume possano essere utilizzate in giacche e altri prodotti. Per quanto riguarda la pelle, ogni anno più di 1 miliardo di animali – la maggior parte dei quali mucche, ma le vittime includono anche cani e gatti – vengono uccisi in questo settore. Una mancanza di trasparenza nelle filiere di approvvigionamento significa che un’etichetta “Made in Italy” si riferisce solo al luogo in cui il prodotto è stato assemblato, non al luogo in cui l’animale ha vissuto o è stato ucciso.

tropical pants are reflected on the surface of a moroccan poolpinterest
Process Visual

Fortunatamente, ora possiamo concederci il lusso compassionevole di acquistare e indossare indumenti vegani, grazie a marchi italiani di piumini senza piume d'oca come Save the Duck e Napapijri o brand di accessori come Miomojo e NOAH che offrono borse e scarpe di lusso in pelle vegetale. Non mancano anche opzioni fra i brand del lusso più ifluenti, da Gucci a Balenciaga, passando per Chanel e Hermès.

Sul beauty vegano

Molti credono che gli esperimenti sugli animali per la cosmesi si conducessero solo in passato, ma purtroppo non è così. Sebbene i divieti in materia siano promettenti quanto meno a livello di Unione Europea, paesi come la Cina possono ancora chiedere che i prodotti siano testati sugli animali. Per questo è ancora più importante controllare le etichette dei vostri prodotti beauty durante gli acquisti e cercare i loghi cruelty-free, come per esempio la certificazione Beauty Without Bunnies di PETA US. Questo database è un'ottima risorsa per esplorare marchi beauty vegan e attenti agli animali.

Il veganesimo nella quotidianità, a casa e in viaggio

Anche i prodotti per la pulizia della casa possono ancora essere legalmente testati sugli animali, condannando innumerevoli topi, conigli, ratti, porcellini d'India e altri animali all’alimentazione forzata con tossine, che spesso porta alla loro morte. Spendere un minuto in più per leggere l’etichetta salva davvero le loro vite.

L’arredamento della casa è un'altra area in cui si celano crudeltà nascoste. Divani in pelle, trapunte imbottite e persino candele di cera d'api sono tutti oggetti messi al bando da arredatori compassionevoli. Gli interni vegani stanno guadagnando terreno, i designer stanno usando pelli vegetali realizzate con ananas, funghi e altro ancora. Invece di acquistare un plaid di lana, scegliete quelli in cotone biologico ed esplorate cuscini e biancheria da letto imbottiti con materiali riciclati invece che con piume di uccelli torturati. Per diffondere un profumo delizioso nella vostra casa, optate per candele di cera di soia o di cocco. I vincitori degli annuali Vegan Homeware Awards della PETA rappresentano il meglio degli interni cruelty-free e sempre più marchi stanno seguendo il loro esempio.

In viaggio, scegliete attività e attrazioni che non utilizzino animali per intrattenimento o per qualunque altra cosa. Ciò significa dire no ai selfie con gli animali – i quali a volte vengono prelevati dai loro habitat e drogati per essere utilizzati per le foto – ed evitare escursioni su elefanti, cammelli, asini e cavalli. I parchi marini imprigionano i delfini, comprese le orche e altri animali marini, causando loro stress estremo e depressione. Anche le attrazioni che consentono ai clienti di toccare e interagire con gli animali selvatici dovrebbero essere escluse dall'itinerario. Di converso, i vegani scelgono intrattenimento che non imprigiona o sfrutta esseri senzienti.

Anche se la crudeltà sembra apparire in luoghi inaspettati, con un po’ di accortezza vivere vegano non è mai stato più facile e piacevole di ora, e fa davvero la differenza per il pianeta e per gli animali con cui lo condividiamo».


Mimi Bekhechi è Vicepresidente per l’Europa di People for the Ethical Treatment of Animals (PETA).