A quanto pare "politica" è diventata una parolaccia, qualcosa di disdicevole che si porta dietro mormorii perplessi. «Non volevo essere politico», ha dichiarato Dargen D'Amico durante la seconda serata di Sanremo 2024, «ho fatto tante cazzate nella mia vita e ho compiuto tanti peccati, anche gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica». Anche Amadeus era stato ferreo: «Fuori la politica dal Festival», ma nessuno ci aveva creduto più di tanto e in molti avevano apprezzato la scelta di Dargen di riferirsi (implicitamente, per dirla tutta) al popolo palestinese sotto i bombardamenti chiedendo il cessate il fuoco. Un giorno dopo ed ecco che l'artista fa dietrofront: ma cosa c'è di brutto nel fare qualcosa di politico?

74th sanremo music festival 2024 day 2pinterest
Daniele Venturelli//Getty Images
Dargen D’Amico

Frasi del genere si sentono sempre più spesso: «Vi prego non entriamo in questioni politiche!», «Possiamo evitare di farne una questione politica?», «Lasciamo fuori la politica», «Non puoi ridurre tutto a una questione politica». Si potrebbe rispondere subito con la famosa citazione dell'avvocato e attivista statunitense Ralph Nader: «Se non ti occupi di politica sarà la politica a occuparsi di te», ma la questione è, ovviamente, ben più complessa. «Oggi la politica consiste, in effetti, nel pregiudizio verso la politica» scriveva Hannah Arendt nel 1955 interrogandosi sul senso della politica a fronte di decenni di guerra, totalitarismi, bombe atomiche e morti. Anche oggi i pregiudizi nascono nel vedere politici legati al potere, dalla sfiducia nei confronti di chi ricopre cariche pubbliche e dallo sconforto di fronte a corruzione e individualismo.

Forse per questo associarsi alla parola "politica" sembra sconveniente. Per questo e perché si teme di venire etichettati per via di un'opinione espressa (sui social, specialmente, le sfumature di pensiero si perdono in fretta). Eppure, Dargen D'Amico - ma anche Ghali e Diodato - chiedendo il cessate il fuoco, una posizione l'hanno presa. «Il nostro silenzio è corresponsabilità: la storia e Dio non accettano scena muta», ha detto Dargen prima del dietrofront e Ghali scritto su Instagram che «È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso». Questo, possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma è qualcosa di essenzialmente politico. Politico, non "partitico". Etimologicamente - e semplificando un percorso storico e politico secolare - la politica è l'arte di governare la polis e dunque la capacità di organizzare la cosa pubblica partendo dal presupposto che esiste una pluralità di uomini e uno spazio di vita necessariamente comune. Distinguere il pubblico dal privato, dunque, è un'illusione tanto comoda quanto pericolosa: la maggior parte delle scelte che facciamo - dal caffè che beviamo, al supermercato dove entriamo fino alle persone che amiamo - hanno un valore politico.

Lo ha ricordato con grande ironia Chiara Valerio parlando di Michela Murgia (da sempre criticata perché «troppo politica») il giorno del suo funerale. Ed è anche la risposta perfetta al dietrofront di Dargen: «La cucina è politica, i BTS sono politica, le donne sono politica, i sanpietrini sono politica, ridere è politica, vestirsi è politica, scrivere è politica, parlare è politica, ascoltare è politica, dissentire è politica, è politico usare la propria libertà per liberare gli altri».

74th sanremo music festival 2024 day 2pinterest
Daniele Venturelli//Getty Images
Ghali

Anche Arendt, nonostante tutto, crede nel legame tra politica e libertà e nel fatto che non possiamo rassegnarci, ma piuttosto credere che possiamo dare inizio a qualcosa di nuovo partendo dal bene comune. «Finché gli uomini possono agire», spiega, «sono in grado di realizzare l'improbabile e l'imprevedibile». Agire liberamente, però, significa agire nel pubblico e il pubblico è l'effettivo spazio del politico. «Alla questione del senso della politica si può dare una risposta così semplice e convincente, da rendere in apparenza del tutto superflue ulteriori risposte», scrive la filosofa, «La risposta è: il senso della politica è la libertà».