«Mahmood ha sganciato il boppone», «Per me è un boppone pazzesco!», «Che canzone, che boppone, che brava!», «Sta canzone è un boppone assurdo». Questi sono alcuni esempi dei moltissimi commenti social su Sanremo che utilizzano la parola "boppone". Sono così tanti che qualcuno ha iniziato a domandarsi che cosa significhi questo termine, a nome degli over 30 giustamente un po' interdetti e anche a nome di chi già usava la parola a caso sull'onda dell'entusiasmo. "Boppone": deriva dall'inglese "bop" ovviamente e, secondo Urban Dictionary, viene «usato per fare riferimento a una bella canzone».

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Ok, fino a qui ci potevamo arrivare: è chiaro dai commenti su Twitter e Threads che il termine si utilizza per dire che un pezzo è «una bomba», che ti entra subito nel cuore come un tormentone garantito. Ma da dove deriva esattamente? Sui social la mania di italianizzare le parole inglesi è sempre più diffusa, specie tra i giovanissimi che hanno il loro slang di riferimento su TikTok (avete mai presente parole come "cappare" o "FrATM"?). In Inglese "bop" è un'abbreviazione di "bebop" uno stile di jazz sviluppatosi nella prima metà degli anni 40 negli Stati Uniti. Rispetto al jazz precedente il bebop presentava un ritmo più veloce e accattivante, più "giovane". In inglese si utilizza anche il termine "bopping" e quindi «I'm bopping to this song» si può tradurre come «Sono in fissa con questa canzone» o «Sto impazzendo per questa canzone».

In Italiano un "bop" è diventato un "boppone", ma il termine si è diffuso ben prima di Sanremo 2024. Già nei commenti sui social alla scorsa edizione dell'Eurovision o nelle discussioni Twitter sui cantanti di Amici o di Xfactor gli utenti eleggevano i loro bopponi. Naturalmente questa settimana il termine sta venendo usato in lungo e in largo finendo per attirare l'attenzione a livello mainstream. Per ora le canzoni elette più spesso a "bopponi assoluti" sembrano essere "Tuta Gold "di Mahmood, "La Noia" di Angelina Mango (attualmente in testa alla classifica della terza serata) e "Sinceramente" di Annalisa, ma vengono nominate spesso anche "Casa Mia" di Gahli, "Diamanti Grezzi" di Clara e persino i Ricchi Poveri con "Ma non tutta la vita". L'importante, insomma, è che il ritmo sia contagioso, il resto è classifica personale com'è giusto che sia.