«L’amore ti rende libero»: con questa frase il dramma cannibale di Timothée Chalamet ha conquistato la Mostra di Venezia. Bones and all riporta l’it-boy 26enne alla corte di Luca Guadagnino, che l’ha lanciato in Chiamami col tuo nome: anche questa volta si tratta di un’altra avventura romanticissima, ma contaminata da elementi da film horror.

Il suo personaggio Lee è un ragazzo vagabondo, costretto all’esilio da un’identità scomoda e pericolosa. Nel suo viaggio alla scoperta di sé incrocia Maren (Taylor Russell), una giovane abbandonata dalla famiglia ma determinata a trovare la sua strada nel mondo, venendo a patti con la sua natura.

«Per i miei coetanei – racconta l’attore – storie come queste sono ancora più importante, soprattutto dopo il forzato isolamento sociale dovuto alla pandemia. È proprio dura vivere questi tempi odierni all’insegna dell’alienazione online. Certo, per alcuni funziona combattere la solitudine con conoscenze in rete ma resto dell’idea che bisogna anche aprire lo sguardo alle piccole cose che ci circondano. Sembra che la nostra umanità sia al collasso, ma spero che questo film possa far riflettere sull’argomento».

Non che sia cinico, anzi, ma interpretare un’anima tormentata che divora i suoi simili per vivere gli ha aperto gli occhi. Merito, anche dell’impegno come produttore del film: «Luca Guadagnino è per me mentore e figura quasi paterna, mi ha guidato in questo processo ascoltando sempre i miei suggerimenti. Non è che mi abbiano affidato alcuna gestione pratica, ma è stata un’esperienza formativa e ricca».

Sul lato sentimenti, invece, cerca di non sbilanciarsi ma dice che sì, è il batticuore a tenerci in vita: «E non mi riferisco solo alle relazioni sentimentali, ma anche all’amore per la famiglia, gli amici e i colleghi, che ti permettono di essere te stesso».

L’attore, attualmente impegnato in Bulgaria sul set di Dune 2 (il primo capitolo è stato presentato alla Mostra dello scorso anno), ha raccontato di essere riuscito a trovare un equilibrio con la fama proprio così, grazie al sostegno carico d’affetto dei suoi cari. «Niente dettagli, però», ha concluso. Una chiara allusione a tenere il privato lontano dai riflettori, soprattutto in situazioni in cui la febbre per la sua presenza sembra aver contagiato un po’ tutti al Lido. È per lui che centinaia di ragazzi si sono assiepati fin dall’alba attorno al Palazzo del Casinò, con accampamenti di fortuna – da tende a ombrelli per ripararsi dal sole – non hanno fatto neppure per il duca di Bridgerton, Regè-Jean Page, che ha invece infiammato il primo red carpet di quest’edizione. Finora, insomma, hanno tutti occhi solo per Timothée Chalamet mentre gli altri sbiadiscono sullo sfondo.