Sono le quattro di un sabato pomeriggio di settembre, e la @Spora*, cioè Veronica Benini, 43 anni, 1 milione di euro di fatturato come business strategist non convenzionale (il suo claim: Stay strana, stay figa), guru Instagram irriverente ed esplosiva con i suoi 85mila follower, autrice del nuovissimo e vendutissimo La vita inizia dove finisce il divano, in tacchi e abito rosso d’ordinanza sta tenendo una mini lezione su come trasformare i propri social in uno strumento di lavoro. Ad ascoltarla un gruppo di “sesperti”, esperti di sesso, chiamati a raccolta da sua sorella Violeta, 38 anni, anche lei star dei social, ostetrica e “divulvatrice”. All’incontro ci sono sex bloggers, produttori e venditori di sex toys, aziende che fanno preservativi, attiviste del porno, comunicatrici, sessuologhe. E poi ci sono io. «Oggi su Instagram il business si fa con le storie. Sì certo, il feed è importante, deve essere bello e armonico. Ma sono le storie che fanno la differenza, bisogna essere costanti, non vanno fatte a cazzo. Vanno immaginate come una serie di Netflix: c’è la storia principale, lo spiegone, in cui diffondete il vostro sapere, e poi ce ne sono una o due secondarie, magari che fanno ridere», dice Veronica Benini mentre noi prendiamo appunti. «Come potete essere utili ai vostri follower? Tu, per esempio, vendi sex toys, potresti dare uno sconto. Tu invece che hai una pagina sul bdsm: perché non intervisti chi lo fa? Vi taggate a vicenda, vi scambiate i follower». Mi guardo in giro, e mi chiedo quante delle persone che la stanno ascoltando sperano di diventare grazie a lei la nuova Estetista Cinica del sesso, ovvero quella Cristina Fogazzi, 45 anni, estetista e grande comunicatrice di Brescia, che lanciata sui social da Veronica, nel giro di pochi anni, è diventata una realtà imprenditoriale del beauty da 16 milioni di fatturato (previsti nel 2019) e una potenza su Instagram con 440mila follower.

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La vita inizia dove finisce il divano: un titolo, una ragione di vita

La seconda volta che ho a che fare con Veronica è per parlare del suo nuovo libro uscito il 24 settembre, La vita inizia dove finisce il divano (DeaPlanetaLibri, € 16), già arrivato alla terza ristampa il giorno del lancio. L’editore, cui ho chiesto di dirmi di quante copie si sta parlando, non ha rilasciato dati, ma saranno dei bei numeri visto che il libro della Spora è primo in classifica, con buona pace di un giornalista della vecchia guardia come Giampiero Mughini che dalle colonne virtuali di Dagospia ha detto che lui se ne fotte se le influencer sono in cima alle classifiche dei libri, lui continuerà a scrivere i suoi, di libri, che interesseranno al massimo a nove o dieci persone (la Spora ha replicato dicendo che se Mughini vuole, la strategia di marketing gliela fa lei pro bono).

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La cover di La vita inizia dove finisce il divano, il nuovo libro di Veronica @Spora Benini

Comunque, dicevo, il nuovo libro di Veronica Benini è una specie di autobiografia motivazionale, in cui il racconto della sua vita si mescola con frasi-mantra tutte dedicate al lavoro. Arrivata in Italia dall’Argentina a 14 anni con babbo e sorella, diventata architetto e blogger di successo tra l’Italia e la Francia e poi manager in uno studio importante a Parigi, sposata con un uomo tirchio e violento psicologicamente che poi la lascia, Veronica, dopo aver superato il cancro e innumerevoli tentativi falliti per rimanere incinta, a un certo punto decide: 1) di lanciare dei corsi su come camminare sui tacchi, 2) di licenziarsi, 3) di andare a vivere in un furgone, soprannominato Lucio, da lei trasformato in camper. In quegli anni, ma anche ora, lei non guidava, e per spostarsi da una città all’altra dove lanciava i suoi corsi, o per andare ospite di qualche trasmissione tv, trovava gli autisti tra gli adepti nella sua community di blogger mettendo annunci su twitter (il racconto di come una sera ha chiesto a una guardia della Rai di spostarle il furgone fuori dal parcheggio aziendale è uno tra i più spassosi del libro). Spesso poi gli autisti si trasformavano anche in amanti temporanei: «Ma certo, lo scopo era anche quello: era molto divertente e bello, e non ho problemi a parlarne, non c’è niente di cui vergognarsi», dice convinta.

L'impero dei corsi della Spora

Fast forward di 5 anni, e troviamo la nostra Spora a capo di una community prevalentemente femminile che le chiede consigli di lavoro, e proprietaria di una azienda di business strategy con migliaia di corsi venduti online sulla piattaforma corsetty.it: il più famoso, Istafaiga (come essere figa su Instagram, per diletto o per lavoro, costa 257 euro), è oltre le 5mila vendite, ma non vanno male neppure quelli che costano 1600 euro. Il giorno del lancio del master per social manager («Io non faccio la social manager, ma i miei clienti soprattutto quelli di provincia volevano qualcuno che lo facesse, così ho pensato: perché non formare tanti free lance?»), le vendite arrivarono a 300mila euro. «I corsi online, una volta che li hai riassorbiti come costo, danno solo utile, perché non hai la produzione e né la spedizione, come qualsiasi altro ecommerce», spiega Veronica. «Sono replicabili all’infinito: è come se fossero il Sacro Graal di start up come la mia». Come ha fatto? «Ho capito che le persone sono disposte a investire più sul loro lavoro che sulla loro crescita personale. Io stessa ho passato momenti difficili, molti up and down, ma mi sono sempre ripresa. Perché ci si può riprendere, magari anche meglio di prima. E ho puntato sulla comunicazione di questo aspetto: ricominciare è possibile, anche se siamo in un mondo che è fatto di perfezione, dove accettare il fallimento è ancora più difficile», spiega Veronica. «Parlo a donne che non se la passano bene, e io le capisco e loro lo sanno, perché ci sono passata. Con il racconto della mia storia creo empatia, ma io do sempre la soluzione: bisogna darsi una mossa. Quando mi chiedono come faccio, io rispondo: “Vado dallo psicologo una volta alla settimana”».

Essere veri sui social è una forma di attivismo

Sui social Veronica si mostra sempre senza ritocchi, senza filtri e l’anno scorso ha anche lanciato l’hashtag #kulolibero con l'Estetista Cinica, in cui esortava le sue follower a mostrare fieramente il proprio corpo così com’era, senza filtri o né trucchi. «Sui social tutto è filtrato, perfetto, tutto va sempre bene. Invece io sono per la rivendicazione del vero, è una forma di attivismo della quale sono ben cosciente, e lo sono anche le persone che mi seguono».

Oltre ai corsi online, la Spora ha anche fondato il 9 Muse, un incontro di una giornata dove 9 donne raccontano la loro storia di ricadute e di reinizi: il prossimo incontro sarà a Milano il 16 novembre in un grande studio in via Mecenate, e nonostante ancora non ci siano ancora i nomi delle speaker, i biglietti in sala sono già esauriti (c’è la possibilità dello streaming). Tra le protagoniste nelle passate edizioni del 9 Muse ovviamente c’è stata anche il “paziente zero” di Veronica Benini: l’Estetista Cinica.

«Quando ho lanciato Cristina, sapevo esattamente cosa fare, come fare la pianificazione. Eravamo pronte entrambe. Su di lei è come se avessi creato un paradigma. Io non invento niente, vedo il talento e a volte mi basta unire i puntini per far uscire quello che le persone hanno dentro. Ma mica sono tutte così, mica sono tutte Cristina, e infatti non lavoro con chiunque me lo chieda. Io lavoro solo con realtà rivolte a donne, che ben conosco, ma che non abbiano a che fare con maternità e figli: non ne ho avuti, e non mi cimento in un campo che non conosco intimamente con le mie viscere. Quello delle cadute e delle risalite, invece, è roba mia».

* La spora è una cellula riproduttiva che può rimanere in uno stato di vita latente per molto tempo. È molto resistente. Quando il casino è passato, la spora germina e crea una nuova vita. Bello, no?

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