Green non è solo un colore bellissimo ma è uno state of mind: Cosmo è vicino alla Natura e al bello e dedica uno spazio alla sostenibilità della fashion industry, per raccontarti gli sforzi e l’impegno di realtà che non solo puntano al profitto ma desiderano cambiare le regole in nome della salvaguardia del nostro bellissimo pianeta. Per non abbassare mai più la guardia e compiere scelte sempre più virtuose e consapevoli.

Se hai la sensazione di poterti fidare di un brand di moda, le ragioni sono più d'una. Non solo ti piace il prodotto che offre, ma è anche per come te lo racconta e il grado di trasparenza che sceglie di avere in merito alla condivisione del suo immenso lavoro di backstage: dall'organizzazione del lavoro alla tutela delle persone e dell'ambiente. Tutto molto bello, certo, però complicatissimo da gestire nella realtà. Ecco perché esistono figure importanti come i Green Coach, guide preziose che affiancano le aziende di moda a cui far compiere loro i passi giusti nella direzione della sostenibilità. L'Agenda 2030 è sempre più vicina.

Moda sostenibile, arrivano i Green Coach: chi sono e cosa fanno

Un direttore, un amministratore delegato o un manager non si sveglia una mattina e decide che a fine di quella giornata le sorti e le gesta della sua azienda di moda avranno di sicuro cambiato strategia e logistica inseguendo i nuovi parametri globali per inquinare meno e offrire maggior tutela alle persone. Magari fosse così semplice, uno di quei “premi tasto invio” e non se ne parla più. Oggi per un’azienda di moda che dichiara al mondo di essere etica e sostenibile ci sono alle sue spalle mesi e anni di lavoro che, nel 90% dei casi, vedono coinvolti l’esperienza e la conoscenza di angeli custodi, boys and girls esperti in materia, detti anche i Green Coach della moda. Si tratta dunque di un team di lavoro che affianca i brand nel percorso di cambiamento e miglioramento del loro impatto ambientale e sociale che altrimenti, da soli, non potrebbero gestire autonomamente dato che il core business è principalmente quello di creare vestiti e accessori. Abbiamo incontrato alcuni tra i Green Coach più attivi per capire meglio in cosa consiste il loro lavoro collegato ai nostri brand del cuore. Così fidarci del loro messaggio green sarà molto più facile e naturale.

Gli ingegneri aerospaziali di Up2You, start-up di green coaching

instagramView full post on Instagram


Visualizza mentalmente maglioni, felpe, borse e scarpe che indossiamo ogni giorno. Lorenzo Vendemini, Andrea Zuanetti e Alessandro Broglia sono tre ingeneri aerospaziali dalla spiccata vocazione per il Pianeta che lavorano affinché possiamo essere sicuri di aver acquistato quei capi anche in nome di un'autentica etica green da parte del brand che li ha creati. Up2You è il loro progetto congiunto con cui offrire alle aziende soluzioni di analisi dati, logistica e comunicazione green con un approccio molto positivo e molto poco catastrofico. Ergo, i Green Coach non sono dei castigatori morali, ma aiutano le aziende a fare luce sui propri dati interni per capire come commutarli in azioni positive di contenimento emissioni e compensazione. Detto meglio, Andrea Zuanetti, la mente strategica e social del gruppo, ci spiega facile-facile in cosa consiste intraprendere per le aziende un percorso di riconversione green. Ci sono quattro fasi decisive, che durano da 1 a 2 anni oppure a 10, che assomigliano moltissimo a un favoloso percorso di mindfulness.

  • Consapevolezza! Si calcola la propria emissione di carbonio e l’incidenza su quelle globali.
  • Attività: ridurre emissioni Co2 attraverso un piano di riduzione pluriennale
  • Compensazione! Per tutte le emissioni che non si riescono ad azzerare si compensa grazie al finanziamento di progetti green certificati.
  • Comunicazione! È poi importante raccontare dentro e fuori l’azienda l’impegno al cambiamento e sviluppo sostenibile. Spesso le aziende parlano ai clienti, non sempre ai loro dipendenti.

Ma entriamo nel merito di un brand di moda che vuole diventare sempre più sostenibile. Chiediamo ad Andrea quali siano le maggiori criticità su cui occorre lavorare di più. La risposta arriva subito, la supply chain, la rete che include tutte le attività e le tecnologie coinvolte nella creazione e nella vendita di un prodotto: dall'acquisto dei materiali dal fornitore, fino alla consegna del prodotto finito all'utente finale, cioè noi. Le aziende devono iniziare a guardare con attenzione al loro interno per fare un check-up dello stato di salute dei propri fornitori perché è lì che possono annidarsi le problematiche più annose. La malizia spesso risiede nelle piccole e medie aziende che non rispettano le regole e i cui passaggi di lavorazione dei prodotti sono poco trasparenti e/o certificati. Qui interviene il team dei Green Coach con una ricerca fornitori in linea ai nuovi standard etici e sostenibili intrapresi dall'azienda.

Il vero Green Washing dei brand? Quando le aziende pensano che basti fare compensazione (piantare alberi dappertutto o sostenere progetti green) senza però provare a ridurre le emissioni di Co2 in quello che fanno ogni giorno

Che cos'è Shipping, la consegna dei prodotti a impatto (quasi a zero)

Un suggerimento green utilissimo alle aziende di moda riguarda quella che Andrea chiama "logistica responsabile sull’ultimo miglio", ovvero la parte finale di un acquisto, la consegna del prodotto. Se pensi che l’80% delle emissioni di gas effetto serra è causato dal consumo di energia e circa un terzo è attribuibile ai trasporti, con Shipping le aziende possono invertire le proporzioni. Calcolare l’impatto ambientale delle loro spedizioni, scegliere la migliore strategia per azzerare le emissioni di CO2 prodotte con il sostegno a progetti per neutralizzare le emissioni derivate dalla movimentazione del pacco e consegne local meno inquinanti, per poi comunicarlo ai clienti finali. In questo modo anche noi diventiamo parte attiva di una strategia aziendale sostenibile.

Blockchain, perché è fondamentale nel rapporto di fiducia tra noi e il brand

Infine lasciamo ad Andrea il compito di dipanare le nebbie sul complesso tema della Blockchain, un sistema supremo e sicuro di certificazione delle azioni green e sostenibili compiute dalle aziende, incluse quelle di moda. In pratica si tratta di un registro digitale pubblico le cui informazioni sono immutabili e indelebili, quindi una fonte certa di dominio pubblico in grado di assicurare garanzia e trasparenza. Chiunque può accedere e verificare le azioni di buona condotta senza imbattersi in "brutte" sorprese.

AWorld, l'app ufficiale delle Nazioni Unite contro il cambiamento climatico

Fondata dagli imprenditori italiani Alessandro Armillotta, Marco Armellino e Alessandro Lancieri, AWorld valorizza i piccoli gesti quotidiani che generano un impatto positivo, dimostrando così che per vivere in modo più consapevole è sufficiente modificare alcune delle nostre scelte quotidiane. Si possono quindi monitorare i miglioramenti nelle proprie abitudini e visualizzare metriche precise dei risparmi generati (litri di acqua, chilogrammi di CO2, rifiuti). Ed è qui che entrano in gioco le aziende (anche di moda). L'App infatti lancia delle challenge collettive, supportate da aziende e istituzioni, che mirano a incentivare il risparmio di risorse da parte della community grazie ad azioni veicolate su tecniche di gamification, modalità ritenuta dalle Nazioni Unite lo strumento ideale per conseguire gli obiettivi della campagna ActNow.

Chi sono gli zeroCO2, piantano alberi per veder ri-crescere un mondo migliore

Andrea Pesce, founder di zeroCO2, società benefit italiana e di B Corp che sviluppa progetti di riforestazione ad alto impatto sociale, è un altro Green Coach con cui abbiamo parlato. Il suo passaggio è chiarissimo e prezioso su cui è utile meditare. "Secondo le Nazioni Unite, il settore della moda è tra i più impattanti a livello a mondiale con l’8-10% delle emissioni globali. Ma come ridurre gli impatti e al tempo stesso tutelare le persone e i lavoratori?" Continua Andrea: lavorando sulla tracciabilità e trasparenza delle filiere produttive dove si concentrano i maggiori impatti.

I grandi brand di moda devono farsi guide di questo cambiamento prendendo per mano i propri fornitori e sub fornitori, molto spesso estremamente frammentati, dettando una linea guida di sostenibilità ambientale e sociale e attivando dei controlli e monitoraggi in profondità sulle condizioni delle persone e dei lavoratori coinvolti nel settore, avvalendosi di certificazioni e strumenti di controllo internazionalmente riconosciuti.”

Ecco dove sta il nodo più importante di tutta la questione. Più chiaro di così!