«Tessa! Puoi portarmi il mio telefono per favore?», urla Bebe Rexha alla sua assistente che sta nell’altra stanza, mentre noi stiamo di qui, a porte chiuse, a finire la nostra intervista. «Dai, così la giornalista di Cosmo mi calcola l’ascendente! Ecco tieni, grazie», e me lo porge. Sono volata fino all’Isle of Mtv di Malta per fare un’intervista alla mega popstar americana (ha appena presentato i Grammy e da mesi dicono che dovrebbe uscire il suo nuovo album, anticipato dal singolo Not 20 Anymore), e mi ritrovo a interpretare le stelle e i transiti astrali. Ed è stata pure una mia idea! Eravamo appunto nelle fasi finali del nostro incontro (se l’intervista è andata bene, sono i momenti migliori, quelli in cui ti dichiari amicizia per la vita, anche se sai che non sarà così, come in un perfetto one night stand), dicevo eravamo alla fine e salta fuori che la povera Bebe non sapeva quale fosse il suo ascendente. Potevo lasciarla vivere con questo dubbio? Poiché stavo usando il mio iPhone per registrare l’intervista, ho messo data e ora di nascita online sul suo (sia chiaro: non ho letto le sue chat di whatsapp solo perché non ne ho avuto il tempo), e ho scoperto che Bebe è Vergine ascendente Leone, il mio contrario (io sono Leone ascendente Vergine): un po’ precisetta, ma anche tanto generosa, fedele agli amici ed egocentrica. Insomma la classica che dice: «Ok, adesso basta parlare di me, parliamo di te: cosa ne pensi di me?».

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Getty/Ericson Garcia
Bebe Rexha è la cover star di Cosmopolitan di marzo 2020.

Scoppia a ridere: «Sì, sono proprio così, hai ragione!». Aggiungerei anche: grande sgobbona. Perché quello che non è ben chiaro a tutti della 30enne cantate newyorkese di origini albanesi Bleta Rexha, è che lei non è “solo” una popstar: con un album all’attivo e tre ep, è una musicista completa, suona il piano e la tromba, ha studiato canto e composizione, scrive testi, cori, musica. In più ha collaborato con i re della dance: Martin Garrix, The Chainsmokers, J Balvin, David Guetta (ricordi Hey Mama?). «Adoravo Puccini e l’opera, ma a 16 anni mi sono innamorata del pop, ho iniziato a comporre canzoni e non ho più smesso». Nella sua carriera ha scritto hit per tantissime popstar, da Selena Gomez a Nick Jonas, ma quello che per lei ha rappresentato il salto in avanti è stato aver scritto The Monster, la canzone di Eminem con Rihanna (ha vinto un Grammy e oggi ha quasi 680 milioni di visualizzazioni su Youtube, i coretti sono ancora quelli originali di Bebe), che parla di mostri sotto il letto, disagio mentale, dipendenze, incubi.

COSA C’È CHE NON VA IN ME? PERCHÉ NON POSSO SEMPLICEMENTE ESSERE NORMALE E NON IN ANSIA SEMPRE?

«In quel periodo ero al verde, avevo solo 200 dollari storia di copertina sul conto e mi sentivo una reietta: la casa discografica mi aveva rescisso il contratto, nessuno rispondeva più alle mie mail o si ricordava di me. Ero chiusa in casa a fare musica, ero disperata, non sapevo come rimettermi in piedi, e continuavo a leggere quote alla ricerca di ispirazione. Ho trovato la frase “i mostri sono reali” (è un suo post su instagram del 2013, ndr) e ho pensato a quando sei bambino e hai paura dei mostri sotto il letto. Poi invece cresci, e capisci che i mostri non sono sotto il letto: sei tu il mostro. Dovremmo essere impauriti l’uno dell’altro. Mi sono venuti i brividi sulla pelle, ed è nata questa canzone: mentre la scrivevo, pensavo che sarebbe stata perfetta per Eminem, ma il mio produttore mi ha convinto a tenerla per me. L’ho cantata in una stanza piena di discografici, ma nessuno l’ha capita, nessuno l’ha voluta. Tranne, appunto Eminem, che per caso qualche tempo dopo l’ha sentita e l’ha resa sua, scrivendo dei suoi mostri. Il resto è storia». Il 15 aprile del 2019 Bebe ha twittato: “Sono bipolare e non me ne vergogno più. Questo è tutto (piango come una fontana)”, portando alla luce non solo il suo disturbo mentale, ma anche lo stigma che da anni la spingeva a nascondersi. Le chiedo se l’aveva scoperto da poco, poiché spesso il disturbo bipolare non viene diagnosticato facilmente, o se invece ci ha messo molto ad accettare l’idea di essere malata e quindi di dichiararlo. «È stato un percorso, il percorso della vita. Vivere fa paura, nasci piangendo, qualcosa vorrà dire.

Bisogna accettare se stessi e soprattutto non giudicare gli altri: non possiamo sapere la battaglia che le persone stanno combattendo.

Leggi l'intervista completa su Cosmopolitan di Marzo 2020.

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Cosmopolitan
La cover del numero di Marzo di Cosmopolitan in edicola dal 20 febbraio 2020.

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