«L'anno in cui ho cominciato a stare male è stato l'anno in cui ho cominciato a lavorare. L'anno del primo tatuaggio, l'anno della scoperta del sesso: avevo 16 anni. Da allora sono sempre stata accompagnata dal dolore come un'ombra», è con queste parole che Giorgia Soleri ha iniziato il suo monologo nel programma di Rai 2 Tonica condotto da Andrea Delogu dove, per la prima volta, ha raccontato come la malattia abbia stravolto la sua vita.

La fidanzata di Damiano David, leader dei Maneskin, è diventata da tempo portavoce della vulvodinia, un male silenzioso ma inesorabile che causa (tra le altre cose) anche dei dolori terribili. Una condizione che Giorgia conosce più che bene poiché sono anni che soffre di questa patologia, diagnosticatale solo pochi anni fa dopo un lungo calvario.

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«Non so più nemmeno quante cose ho perso per colpa del mio dolore. Mi hanno visto decine di specialisti, sono stata ricoverata in decine di ospedali. Sono svenuta per strada. Tutto questo è durato 8 lunghi anni fino a quando, due anni fa, questo dolore finalmente ha preso un nome e si è materializzato per tutti. Per me è sempre stato concreto… di invisibile c’era solo il nome: vulvodinia», ha proseguito Soleri, modella e attivista famosa nel mondo dei social non solo per essere la fidanzata di Damiano dei Maneskin, ma anche per le sue battaglie social a favore delle donne.

«Ci sono stati anni in cui mi svegliavo con il dolore, andavo a scuola (quando ci andavo) con il dolore, mangiavo con il dolore, andavo a letto con il dolore. Il più delle volte non riuscivo a dormire per il dolore. È stato il mio compagno più devoto: silenzioso ma sempre presente. Ossessivo e possessivo, tanto da allontanare tutto e tutti, come nella più classica delle relazioni tossiche», ha raccontato la 26enne nel suo toccante e sincero monologo, dove ha parlato senza filtri della sofferenza provata nel corso degli anni, della frustrazione vissuta nel non sentirsi compresa e delle tante notti in bianco trascorse a sperare che tutto potesse finire al più presto.

«Non so se guarirò mai, ma una cosa è certa: un mostro quando lo guardi in faccia fa meno paura. Stasera sono qui e metto il mio dolore alla mercé di chiunque solo per chiedere a gran voce un diritto: il riconoscimento sociale, politico, medico ed economico di una malattia ancora sottovalutata ma estremamente invalidante come la vulvodinia», ha poi concluso Giorgia Soleri (musa del brano "Coraline" dei Maneskin) che, nella sua battaglia, può contare su un alleato come Damiano, il quale nei mesi scorsi ha condiviso sul suo account Instagram numerose iniziative legate alla malattia della compagna, che supporta e sorregge con estremo affetto e dedizione.