Nel Regno Unito, se sei in pericolo in un locale, devi andare dal barista e chiedere di Angela, in Francia, invece, puoi disegnarti un cerchio nero sul palmo della mano e mostrarlo a qualcuno. In Spagna e Belgio durante la pandemia è nato il codice “mascarilla 19” da rivolgere ai farmacisti per chiedere aiuto in caso di violenza domestica, mentre qui in Italia sabato scorso una ragazza si è salvata da una violenza sessuale grazie al Signal For Help, un segnale di richiesta di aiuto che viene dal Canada. Quando una dipendente del McDonalds's di Piazza della Scala ha visto una ragazza di 19 anni aprire e chiudere le quattro dita della mano con il pollice chiuso verso il palmo, ha riconosciuto il gesto e chiamato la polizia. «È stata una cosa istintiva», racconta la donna, «in quel momento non ho pensato di poter essere anch’io in pericolo. Dovevo intervenire, aiutare qualcuno in difficoltà. E sono felice di avere fatto la differenza, con tutto quello che si sente in questo periodo, da Giulia Cecchettin in giù. Almeno una ragazza si è salvata».

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La diciannovenne era in compagnia di una ragazzo di cui non riusciva a liberarsi e che insisteva con violenza perché lei lo accompagnasse a casa. Il Signal For Help serve proprio affinché, chi si trova in pericolo, possa comunicare in modo immediato il proprio disagio anche a degli sconosciuti. Il gesto, creato dalla Canadian Women's Foundation nell'aprile 2020, è semplice, discreto e silenzioso, pensato apposta per essere fatto anche in presenza dell'abuser.

Naturalmente, come fanno notare le associazioni femministe, è fondamentale che chi nota il gesto non si faccia prendere dal panico agendo impulsivamente (salvo casi di palese emergenza in cui è opportuno chiamare il 112 o il 113). Quando una donna si trova in un contesto violento la situazione può essere davvero delicata e agendo in modo diretto si rischia di metterla maggiormente in pericolo e di scoraggiarla dal chiedere ulteriore aiuto. Per questo, se si può, è essenziale telefonare ai centri antiviolenza (Di.Re. Donne in Rete contro la violenza ne ha raccolti moltissimi nel suo sito web, divisi per regione) o contattare il numero antiviolenza 1522 gratuito e attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. Solo parlando con persone competenti in materia sarà possibile capire come muoversi a seconda della situazione, così da creare una rete di supporto per la donna in pericolo e aiutarla a venirne fuori. Un primo approccio potrebbe essere quello si capire di cosa ha bisogno nell'immediato la persona in difficoltà e che cosa vorrebbe che si facesse. Serve in ogni caso molto tatto, il supporto di specialisti antiviolenza e la consapevolezza che non si può forzare la donna coinvolta con un approccio impositivo e giudicante. La denuncia, in ogni caso, può essere fatta solo dalla diretta interessata.

Il Signal For Help si sta diffondendo velocemente, segno che queste tecniche di mutuo aiuto sono ancora essenziali per combattere violenza, solitudine e individualismo. Certo, ci servono politiche concrete e strutturali per risolvere un problema che ormai è sotto gli occhi di tutti e per questo è cruciale andare a manifestare e farsi sentire, ma l'aiuto reciproco, l'attenzione verso l'altro e il senso di comunità sono una rete di salvataggio preziosa.