Il significato di burnout si riferisce ad una problematica sociale che, nel mondo moderno, assume sempre più rilevanza. Si tratta, infatti, di un fenomeno strettamente correlato all’eccessivo stress, al cronico stato di ansia che deriva da una vita frenetica, in cui, spesso, affrontiamo delle vere e proprie corse contro il tempo sino a essere sopraffatti da impegni e scadenze ravvicinate, vivendo, praticamente, per lavorare e dimenticando tutto ciò che di bello c’è fuori dall’ufficio. Chiaramente, ciò influisce sulla qualità della vita ed è, decisamente, impattante sulla nostra salute fisica e mentale.

Dal 2019, il burnout è riconosciuto come una vera e propria sindrome, sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità specifichi che si tratta di fenomeno occupazionale e non di condizione medica.

Come si vedrà, la consapevolezza è fondamentale sia per prevenire il burnout che per riconoscerne i sintomi e poter intervenire prontamente, al fine di combatterlo, ritrovando il benessere fisico e mentale.

Qual è il significato di burnout?

Il termine "burnout" deriva dalla lingua inglese e, letteralmente, il significato italiano sarebbe “bruciato” o “scoppiato”.

È stato coniato negli Anni '70 dagli psicologi americani Herbert Freudenberger e C. Maslach; la definizione fornita consiste in uno stato di estrema stanchezza, ansia insopportabile e stress cronico, che si prolungano per un determinato periodo e hanno una causa comune: il lavoro. È errato, infatti, parlare di burnout nel momento in cui il suddetto stato non derivi da problematiche a livello professionale, così come qualora si tratti di una fase solo momentanea.

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Cause e sintomi

Le cause vanno ricercate, quindi, in alcune variabili che possono riguardare diversi aspetti, quali tra gli altri: età, sesso, stato civile (le donne e i single ne soffrono maggiormente), fattori caratteriali (più di frequente il burn out riguarda soggetti troppo ambiziosi, introversi o con eccessive aspettative) e, ovviamente, le caratteristiche del contesto lavorativo, dall’ambiente, alle relazioni con i colleghi, passando per ingiustizie e pressioni da parte dei datori di lavoro.

I sintomi variano da persona a persona, poiché, anche in situazioni pressoché uguali, la reazione psicosomatica, ossia la risposta che il nostro organismo dà a determinati stimoli, è strettamente soggettiva.

In linea generale chi soffre della sindrome in questione si sente esausto dal punto di vista fisico ed esaurito mentalmente, il che lo conduce a una sensazione di profonda inadeguatezza e impotenza che, a loro volta, si tramutano in una sorta di incapacità ad affrontare le attività lavorative. A ciò consegue un’inevitabile abbassamento della qualità delle prestazioni, a errori frequenti dettati dalla condizione in cui si versa e, da ultimo, entrano in gioco le problematiche a livello di salute, dal mal di testa, ai dolori addominali, fino a depressione e insonnia.

Quali sono le tre fasi del burnout?

Ora che abbiamo compreso il significato di burnout, vediamone il processo. Esso può essere suddiviso in diverse fasi connesse tra loro ma differenti, sulla base di alcuni studi compiuti dagli esperti. Sebbene alcuni ne identifichino addirittura quattro, generalmente, si parla di tre fasi del burnout e, precisamente:

  • Fase di esaurimento, in cui cresce il carico lavorativo e alle pressioni consegue uno stato di ansia e stress che si manifesta con il nervosismo;
  • Fase di distacco, ove si inizia a essere cinici e apatici, fuggendo dagli impegni e isolandosi dal punto di vista emotivo;
  • Fase della perdita di autostima, in cui si inizia a dubitare di sé stessi e delle proprie capacità, sino a stare male, a livello sia fisico che psichico.
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Cosa fare in caso di burnout?

Dopo aver raggiunto la consapevolezza di essere affetti dalla sindrome di burnout, e averne compreso il corretto significato, occorre affrontare i passi successivi, ossia scoprire come uscirne e impegnarsi per far sì che tale periodo di sofferenza sia soltanto un brutto ricordo.

Come per tutte le problematiche che ci affliggono, soprattutto a livello mentale, è molto importante riconoscere la necessità di chiedere aiuto; non bisogna in alcun modo vergognarsi di parlarne, con familiari, amici, colleghi o con il partner, oppure iniziando un cammino psicologico con un esperto.

Dopodiché, la strategia migliore consiste in un approccio concreto, pratico e pragmatico, vale a dire dicendo di no, anche se a malincuore, quando il peso delle richieste lavorative appare ingestibile, iniziando a delegare i compiti, a rispettare i giusti orari e le pause previste, evitando di lavorare più del dovuto in ufficio o, addirittura a casa anche a giornata finita, poiché la salute è sempre la priorità.

Nel frattempo, è sempre utile trovare del tempo per prendersi cura di sé stessi, allenandosi, riposando il corretto numero di ore, praticando il proprio sport o hobby preferito, dallo yoga alla musica. Infine, nel momento in cui ci si rende conto di aver raggiunto un equilibrio, è fondamentale non avere fretta e riprendere le attività lavorative gradualmente, step by step, per non ricadere nel burn out.