«Credevo di essere invincibile» e, in effetti, anche a noi JLo fa questo effetto. Cantante, ballerina, modella, attrice, imprenditrice, produttrice musicale e cinematografica, mamma e a breve moglie di Ben Affleck: sappiamo che Jennifer Lopez ha una marcia in più e il nuovo documentario Netflix Halftime lo certifica, raccontando le varie fasi della sua vita privata e professionale. Eppure questo non significa che non debba, anche lei, capire il momento in cui fermarsi per non esaurirsi e andare in burn out, proprio come tutti noi. Ce l'ha ricordato nella sua newsletter, On the JLo, raccontando di un episodio del passato che, in un certo senso, l'ha segnata. «Avevo circa 20 anni», ha scritto «e pensavo di essere invincibile. Poi ho avuto un attacco di panico causato dalla stanchezza».

jennifer lopez parla dei rischi del burnout e dell'esaurimentopinterest
Ron Davis//Getty Images
Jennifer Lopez nel 1994

«C'è stato un periodo nella mia vita in cui dormivo dalle 3 alle 5 ore a notte», ha raccontato, «stavo sul set tutto il giorno e in studio tutta la notte, partecipavo agli eventi e giravo video nei fine settimana». Era all'inizio della sua carriera e per questo le sembrava di non potersi fermare mai. «Finché un giorno, ero seduta in una roulotte e tutto il lavoro e lo stress che ne derivava, insieme al sonno insufficiente, mi sono piombati addosso», ha scritto. «Mi sono ritrovata a sentirmi paralizzata fisicamente. Non riuscivo a vedere chiaramente e i sintomi fisici hanno iniziato a spaventarmi e la paura si è aggravata. Ora so che era un classico attacco di panico causato dalla stanchezza, ma allora non avevo mai nemmeno sentito questo termine».

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Lopez ha detto che in quel momento aveva paura di stare impazzendo ed è stata portata da un medico dalla sua guardia di sicurezza. Il dottore l'ha rassicurata spiegandole che non era «pazza» ma che il suo attacco di panico era stato causato da un esaurimento e che, se voleva continuare a lavorare così tanto, doveva «dormire dalle 7 alle 9 ore a notte, non bere caffeina e assicurasi di allenarsi regolarmente». L'episodio le ha fatto cambiare prospettiva: «Mi sono resa conto di quanto gravi possano essere le conseguenze se ignori ciò che il tuo corpo e la tua mente ti chiedono per essere sani», ha osservato.

Eppure non è sempre facile gestire un esaurimento, specie se implica prendersi una pausa dal lavoro, licenziarsi magari, pagarsi le cure: è un percorso lungo, difficile e molto personale. Un sondaggio realizzato nel 2021 dal sito web Indeed ha mostrato che, tra le varie generazioni, i millennial e i lavoratori della Gen Z riportano i tassi di burnout più alti: sono stressati, soffrono di insonnia e si sentono sfiniti dal lavoro. «Avevo un'autostima molto bassa», ha ricordato Lopez di quel periodo, «dovevo davvero capire chi ero e crederci, e non credere in nient'altro». «Poi, poco a poco», ha concluso JLo, «la mia prospettiva si è trasformata in un più sano equilibrio tra lavoro e vita privata».