Congedo di paternità obbligatorio per 4 mesi? Avanguardia pura! Già, ma ahinoi qui in Italia sembra davvero che sia così. Per il momento i neo-papà italiani possono usufruire di un congedo di soli 10 giorni, il minimo richiesto dall'Unione Europea e nulla di più. Nel frattempo le mamme sono quelle che rimangono a casa per 5 mesi, che si sorbiscono domande scomode (e illegali) ai colloqui e che rischiano di vedere compromessa la loro carriera. Insomma, dal punto di vista del congedo parentale, la parità non accenna ad arrivare e sembra che non sia nemmeno così facile spingere al cambiamento. Due anni fa, infatti, la deputata del PD Giuditta Pini aveva presentato una proposta di legge che non è andata a buon fine e così, mentre in altri Paesi le cose migliorano, noi rimaniamo indietro. Ecco perché quando abbiamo saputo che Pini ha nuovamente presentato due emendamenti al Family Act per chiedere l'aumento del congedo parentale maschile ci siamo illuminate. Che sia la volta buona?

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"In questi giorni stiamo votando il Family Act", ha scritto Pini su Instagram, "Perché è importante? Perché è una legge che prova a riscrivere tutti i servizi, i diritti e i doveri che ruotano intorno alle famiglie. E tra questi ci sono anche i congedi di paternità". Il Family Act della ministra Elena Bonetti è, come spiega sempre Pini a Repubblica, "una legge quadro che prevede un riordino dei congedi ed è dunque l'occasione per affrontare il tema di quelli dedicati ai papà". Come dicevamo, attualmente in Italia per gli uomini il periodo dei congedo obbligatorio dopo la nascita del figlio è di dieci giorni (più eventuali giorni facoltativi) mentre quello per le neo-mamme è di quattro mesi. "Ma in altri Paesi è in vigore un tempo più lungo", spiega la deputata del Pd , "la Spagna ha introdotto da poco la decisione di concedere tre mesi di congedo di paternità e i risultati sono finora ottimi".

Ampliare il congedo parentale maschile obbligatorio è fondamentale in primis per riconoscere pari diritti ai papà, ma risulta anche cruciale per sanare gli squilibri legati alla gestione domestica e dei figli che ancora finiscono per gravare principalmente sulle spalle delle donne con pesanti conseguenze dal punto di vista della vita lavorativa. Per questo il PD ha presentato alla Camera due emendamenti: uno per estendere il periodo di congedo parentale maschile obbligatorio a tre mesi e uno per portarlo fino a centoventi giorni, cioè 4 mesi, rendendolo davvero più paritario. La retribuzione durante il congedo sarebbe come quella delle mamme, ossia compresa tra l'80 e il 100 per cento della normale retribuzione, a seconda del contratto nazionale. La domanda a questo punto è: quanto potrebbe costare una decisione simile? "Starà al governo quantificare l'onere, che comunque considero assolutamente sostenibile" spiega Giuditta Pini a Repubblica, "Il contributo arriverà dall'Inps e dagli enti previdenziali autonomi, a seconda che si tratti di un lavoratore dipendente o autonomo". Resta quindi da sperare nel sostegno di altri partiti che, per ora, non si sono espressi anche se il fatto che alla Camera siano stati presentati altri due provvedimenti che puntano all'estensione del congedo di paternità (Fratelli d'Italia ha proposto 15 giorni totali e Italia viva un mese) potrebbe far pensare alla possibilità di un accordo. "Mario Draghi ha assicurato che il Governo si impegnerà per la parità di genere, del lavoro e dei giovani", conclude la deputata su Instagram, "Bene, iniziamo dicendo che i diritti e i doveri dei genitori devono essere uguali e che la cura della famiglia e dei figli non può gravare solo sulle donne. Diciamolo con una legge: congedo obbligatorio, retribuito, di 4 mesi, per tutte le famiglie". Amen!