Victoria's Secret ci sta provando ma, del resto, aveva forse alternative? Nel 2019 ha cancellato lo show degli angeli, sfilata che si era svolta ogni anno dal 1995, ha chiuso moltissimi punti vendita e ha deciso di mettere in atto un vero e proprio rebranding. Donne troppo magre, scelte ad hoc per compiacere lo sguardo maschile, poca (pochissima) inclusività e come unico credo quello di promuovere standard di bellezza dannosi: il brand di lingerie ha finito per rappresentare il volto peggiore della fashion industry e ora ne sta pagando amaramente le conseguenze. Per rilanciarsi ha creato il VS Collective, coinvolto personalità come Megan Rapinoe, la modella e attivista LGBTQ Valentina Sampaio, la modella plus size Paloma Elsesser e la modella sud sudanese-australiana Adut Akech. Bene ma non benissimo potremmo dire, perché c'è chi non ha alcuna intenzione di credere nella redenzione del brand. "Victoria's Secret, la tua alleanza performativa è una burla" ha sentenziato qualche giorno fa su TikTok l'ex modella di VS Bridget Malcolm. E ha le sue buone ragioni.

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Malcolm, 29 anni, ha parlato per la prima volta della sua esperienza a Victoria's Secret nel 2018 quando, su Harper's Bazaar, ha discusso pubblicamente della sua battaglia con un disturbo alimentare che "l'ha lasciata con un sistema digestivo rovinato e un'ansia cronica". La sua carriera nel mondo della moda iniziata molto presto l'ha portata a scontrarsi con una realtà tossica che ha avuto un impatto devastante sulla sua salute mentale. Ora, dopo essersi curata e ripresa, ha deciso di raccontare la sua esperienza sui social per chiedere un cambiamento nell'industria che vada alla radice dei problemi. "Sono stata molestata da un uomo più grande, aggredita sessualmente più volte", ha raccontato su Instagram, "alla fine ho sviluppato disturbi alimentari, PTSD, depressione, ansia e dipendenza da alcol, Xanax e Ambien prima di compiere 18 anni". Inutile quindi fare un po' di pinkwashing, a suo dire il sistema intero andrebbe ripensato. Qualche giorno fa un video della modella du TikTok è diventato virale: Malcolm mostra un reggiseno da lei indossato per una sfilata di Victoria's Secret, mostra quanto è piccolo e se lo prova per compararlo alla sua taglia attuale.

“Ho trovato il mio reggiseno della sfilata di Victoria's Secret del 2016. È una taglia 30A, ora sono una taglia 34B che per me vuol dire essere in salute" ha spiegato nella clip. Malcolm ha raccontato che Ed Razek, l'ex chief marketing officer di L Brands, l'ha rifiutata per lo spettacolo Victoria's Secret del 2017 dicendole che il suo corpo non era abbastanza in forma dato che aveva preso una taglia. In un altro video su Instagram ha poi dichiarato che i suoi agenti la incoraggiavano ad assumere cocaina, a fare sesso e a perdere peso con ogni mezzo necessario mentre era ancora minorenne. Forse non c'è poi da stupirsi se ora non crede all'inversione di rotta del brand.

In effetti anche Martin Waters, CEO di Victoria's Secret, ha ammesso al New York Times che l'azienda è stata "troppo lenta nel rispondere" ai cambiamenti della società. "Dovevamo smettere di pensare a ciò che volevano gli uomini e occuparci di ciò che volevano le donne", ha detto, aggiungendo che gli angeli di Victoria's Secret non sono più "culturalmente rilevanti". Eppure spingere una ragazza minorenne al limite fino a farle sviluppare disturbi alimentari e depressione non ha molto a che fare con i "cambiamenti culturali". Forse per Victoria's Secret potrebbe essere davvero troppo tardi.