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Occhi blu, capelli ricci e voce intensa, tanto profonda da essere scelta per aprire i concerti di Patty Smith. Marianne Mirage è una cantautrice tenace: ha scelto una strada e la sta percorrendo tutta prendendosi i frutti del suo lavoro quando arrivano e continuando a coltivare il suo talento finché quei frutti non diventino un giardino. I primi frutti di questa tenacia li ha colti nel 2016 quando ha pubblicato l'album di debutto "Quelli come me" e firmando un contratto con la Sugar, mentre il brano "Le Canzoni fanno male" dopo il debutto a Sanremo giovani nel 2017 è diventata una hit radiofonica. Ma tutto è iniziato molto prima. Marianne, vero nome Giovanna Gardelli a 17 anni ha lasciato la Romagna con la sua chitarra e ha viaggiato per il mondo, Berlino, Parigi, Londra, Istanbul. Questa estate ha firmato un nuovo singolo Copacabana Copacabana, una canzone dal ritmo estivo, e nel 2019 uscirà il suo prossimo album. Nel frattempo se vuoi vederla dal vivo puoi ascoltarla il 23 settembre a Bologna, ultima tappa del suo tour dell'estate 2018 e scoprire di più su di lei in questa intervista.

Chi è davvero Marianna Mirage?
"Una cantautrice".

Ma a Sanremo hai cantato "Le Canzoni fanno male" scritta da Francesco Bianconi dei Baustelle per te.
"Ho sempre scritto da sola le mie canzoni chitarra e voce in inglese, francese, italiano. Sono andata a Sanremo con una canzone scritta da un altro perché neanche le mie parole avrebbero potuto esprimere così bene quello che Banconi ha scritto per me".

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Hai studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano, ma il tuo rapporto con il cinema è andato oltre perché hai scritto una canzone per Paolo Genovese.
"Ho Scritto la musica del film The Place di Paolo Genovese, è stata candidata al David di Donatello come miglior canzone originale e ai Nastri d'Argento. Per essere la prima canzone scritta per il cinema sono felice di aver raggiunto questo traguardo in poco tempo".

Nel 2019 uscirà il tuo nuovo disco, che cosa ci dobbiamo aspettare?
"Un lavoro molto diverso da quello che il mio pubblico ha ascoltato da me finora, mi sono concentrata sul sound questa volta, e meno su di me e la mia voce. Di solito sono molto autobiografica".

Da qualche anno collabori con Desigual, l'ultima volta noi di Cosmo ti abbiamo ascoltata durante il Sonar nel quartier generale del brand spagnolo a Barcellona, nella splendida cornice del terrazzo con il mare difronte e in un mood davvero libero.
"Con Desigual ho una collaborazione da molto tempo. Ho cantato per loro quando hanno sfilato a New York. Mi hanno scelto perché non sono la classica cantante, sono un po' fuori dagli schemi anche esteticamente, ho miei capelli ricci e disordinati. Condivido molto della filosofia Desigual, la sento una grande famiglia. Non parlo spagnolo, canto in italiano, francese, inglese ma loro hanno sentito la mia anima e mi invitano a suonare per questo".

Come nasce una canzone autobiografica?
"Ogni volta in modo diverso, a volte sento un disagio interno poi può passare un giorno o un mese e all'improvviso è lì, la scrivo anche se poi c'è da lavorarci sopra. Musica o parole dipende, magari è un'immagine che mi ispira e quindi arrivano prima le parole. Non c'è un processo simile all'altro, però ci sono dei luoghi che mi aiutano, per esempio quando sono stesa sul letto con la chitarra tra le mani".

Quanto è difficile farsi conoscere nel mondo della musica?
"È la parte più difficile. Per questo molti usano i talent per farsi conoscere prima".

E tu come hai fatto?
"Ho sempre pensato che i talent fanno vedere una parte di te, ma non è quella che decidi tu. Io volevo decidere quale parte di me mostrare. E quindi semplicemente ho creduto tanto in me che, poi, è quello che consiglio a tutti: credi davvero in te stessa anche quando ti sembra che tutto sia perduto. È un po' come la filosofia dello yoga che dice che quando tu stai facendo fatica è lì che devi continuare perché è in quel momento che cresci. Nella musica è successo così. Per questo mi sono messa a suonare anche la tromba, per uscire dalla mia confort zone e imparare qualcosa di nuovo".

E alla fine sei riuscita farti notare?
"Come in tutte le cose ci vuole un po' di fortuna ma anche capacità di cogliere le occasioni. Caterina Caselli ha creduto in me e ho avuto un contratto con la Sugar, ma un contratto non ti trasforma automaticamente in una cantante. Lo devi dimostrare. E l'unico modo è tirare fuori la forza e la creatività che hai dentro".