Ormai sono passati più di trent’anni dai gloriosi anni Novanta. Difficile da scrivere per chi in quel periodo ci è nato e con quello spirito, altamente pop e colorato, ci è cresciuto. Eppure, saremo forse noi millennials un po’ nostalgici per generazione, ma la magia di quegli anni non è mai svanita. Le serate a tema anni Novanta rimbalzano da ogni parte dell’Italia con alto tasso di euforia. Parola d’ordine: divertirsi e lasciarsi trasportare a quei tempi in cui le camerette erano tappezzate di poster, in tv c’era Davis Hasselhoff in Baywatch e le prime console avevano un unico vero protagonista, Super Mario. Ecco che in uno scenario ad alto coefficiente anni Novanta, abbiamo selezionato i dieci dischi più amati di quegli anni a cui, ognuno, avrà legato un ricordo speciale.

I migliori dischi Anni Novanta

"Smells Like Teen Spirit", Nirvana

È il 1991, l’album Nervermind è un cult della musica rock di quegli anni. Tutti ricorderemo la sua copertina diventata un caso mediatico lo scorso anno dopo che il neonato protagonista, nudo mentre nuota in piscina guardando un dollaro appeso a un amo di una canna da pesca, ha deciso di fare causo al gruppo. Con questo disco si può dire che Cobain riscrive nel regole del rock. "Smells Like Teen Spirit" un brano di riflessione, di salute mentale, di consapevolezze interiori e di una generazione, considerata dallo stesso Cobain, apatica. La depressione arriva a cogliere chiunque, ricorda tra le righe, un brano quasi esistenziale, un grido, forse, d’aiuto.

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"Californication", Red Hot Chili Peppers

È la fine degli anni Novanta, più precisamente il 1999, ma rimaniamo nell’universo rock. "Californication" è il capolavoro dei Red Hot Chilli Peppers che, a distanza di lunghe decadi continuano a vivere di musica: da poco sono entrati nelle nomine dei VMAs per la categoria Best Rock. All’interno del disco tanti riferimenti della cultura pop anni Ottanta; raccontando le storie di anime erranti alla ricerca del sogno americano, ne hanno scritto un manifesto culturale.

Zombie, The Cranberries

Una meravigliosa Dolores O’Riordan nel 1994 canta "Zombie", brano che, oggi, non lascia indifferente nessuno. Storicamente un anno terribile: l’IRA non placava i suoi atti terroristici rivolti al governo britannico. Il brano è la risposta della band all’odio, alla guerra, alla violenza di questi anni che sconvolsero tutti. Si parla di dolore, silenzio, di perdita. Il loro, è un messaggio di pace.

"Ironic", Alanis Morisette

«It's like rain on your wedding day. It’s a free ride when you've already paid». Entra in macchina, seleziona questo brano di Alannis Morisette del febbraio 1996 e lasciati andare. Canta! Un po’ come la stessa cantante fa nel suo videoclip. «Non è ironico?», chiede mentre canta e riporta alcune situazioni che mostrano un destino quasi avverso. È un brano energico, puro, dove i cantati più delicati si alternano a quelli più urlati.

"Bitter Sweet Symphony", The Verve

Si trova una nota dolce-amara filosofica in questo brano. I The Verve, nel 1997, all’interno dell’album Urban Hymns parlano della vita e del ciclo continuo di alternanza di gioie e dolori. Gioie fugaci, dolori strazianti e quegli archi ipnotici, rendono “Bitter Sweet Symphony”, una delle canzoni più belle di quegli anni. «’Cause it’s a bittersweet symphony, that’s life», non è così?!

"Everybody (Backstreet’s Back)", Backstreet Boys

Avete mai fatto attenzione al testo di “Everybody” mentre lo cantavate a squarciagola? Non solo rappresenta uno dei brani simbolo per i millennials, generazione cresciuta con i poster delle boyband sulle ante degli armadi, ma è una canzone che nella sua capacità di trasmettere euforia e voglia di ballare, parla di unicità. «Am I original? Yeah. Am I the only one? Yeah». Il singolo esce nel 1997, come primo estratto del loro secondo lavoro in studio, Backstreet’s Back. L’anno seguente il video vince agli MTV Video Music Awards la categoria Miglior video di un gruppo.

"All The Small Things", Blink-182

Il genere pop-punk è forse quello che negli ultimi anni più ci manca. Portato avanti dai Blink-182 (e non solo) negli anni Novanta. Tra i loro più grandi successi come non citare “All the small things”, uscito a fine anni Novanta, 1999, nell’album "Enema od the State". Ad averla scritta è stato Tom De Longe per la fidanzata Jennifer Jenkins. Tra le immagini citate nel brano, anche storie realmente accadute: «She left me rose by the stars, Surpresse let me know she cares».

"Torn", Natalie Imbruglia

Colonna sonora di un freddo inverno del lontano 1997. Natalie Imbruglia realizza una cover di “Torn” (degli Ednaswap) e va in vetta a tutte le classifiche insieme al suo album di debutto Left of the Middle. Nel video del brano Natalie Imbruglia si presentava con grosse felpe e pantaloni larghi, il motivo lo ha rivelato lei stessa in un’intervista all’Independent: «Soffrivo di dismorfofobia ed ero insicura. I pantaloni militari non erano nemmeno fighi o alla moda. Mi vestivo così per non mostrare le mie forme, non volevo che qualcuno vedesse com’ero fatta».

"Baby one more time", Britney Spears

Di Britney si continua a parlare. Di lei, del movimento #FreeBritney, di una sorta di complotto nato dopo la revoca della tutela da parte del padre. I fan più vicini alla pop star anni Novanta cercano di capire quanto davvero oggi la Spears sia libera da ogni catena: c’è chi pensa che sia tenuta in un centro di salute mentale. Quel che ci rimane di quella bambina prodigio è la sua musica e i suoi videoclip con balletti ripresi e imparati a memoria da milioni di bambini. “Baby one more time” esce nel 1998 ed entra alla numero uno della Billboard Hot 100.


"Wannabe", Spice Girls

È il 1996, nessuno poteva pensare che “Wannabe”, debutto delle Spine Girls si sarebbe trasformata in un fenomeno, o meglio, in un manifesto di quegli anni e di un’intera generazione. Del resto bastano due semplici note per riconoscere il brano che per sette settimane rimase in vetta alle classifiche UK, vendendo in un solo anno 7 milioni di copie. Al grido di quella che oggi si può considerare una vera sorellanza, le Spice sono diventate le eroine di molte sulle note «If you wanna be my lover, you gotta get with my friends».