Il dibattito sull'Artificial Intelligence continua: dopo un'80esima edizione della Mostra del Cinema che ha visto i cast internazionali lontani dal red carpet, in sciopero contro il nuovo ruolo dell'intelligenza artificiale nell'industria cinematografica, il dibattito continua nel mondo della musica. Harvey Mason Jr, amministratore delegato della National Academy of Recording Arts and Sciences che organizza i Grammy Awards, si esprime sul dibattito che si è acceso in questi giorni a proposito delle canzoni create dall’intelligenza artificiale.

Lo chiarisce con un Reel su Instagram, dove sottolinea che non potranno gareggiare ai Grammy le canzoni in cui, grazie all’AI, compariranno voci di artisti esistenti, ottenute senza il loro permesso. «Per essere super chiaro, anche se il brano è stato scritto da un umano, le voci non sono ottenute legalmente e quindi non è concesso alcun utilizzo da parte di etichetta discografica o autori. Inoltre la canzone non è disponibile a livello commerciale: per questo non può essere considerata idonea ai Grammy. Prendo la questione molto seriamente. Continueremo a vedere cambiamenti, la situazione si sta evolvendo molto velocemente e continuerà a cambiare. Ma l’Academy è qui per supportare gli artisti umani».

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Mentre continuano quindi gli scioperi di sceneggiatori e attori di Hollywood contro lo sfruttamento del loro lavoro da parte dell’intelligenza artificiale nel cinema, il mondo della musica manda un messaggio chiaro. Nessun brano in cui compaiano senza permesso voci di artisti esistenti potranno essere considerate per i Grammy Awards. Il premio musicale più importante al mondo non considererà idonee alla selezione opere prodotte dall’AI, fine della discussione. Almeno per ora.