La principessa Kate è uscita dall'ospedale a due settimane dalla complessa operazione all'addome che ha subito il 16 gennaio, news che ha generato parecchia preoccupazione in tutto il mondo. Sappiamo, dai comunicati stampa di Kensington Palace, che Kate sta bene e che il decorso post-operatorio è buono. Ma nient'altro è stato divulgato, per precisa scelta dei principi del Galles, sulle sue reali condizioni di salute. Sulla patologia che ha portato Kate Middleton in sala operatoria si è detto molto, ma le opzioni più plausibili, vista la lunga degenza, rimangono le malattie infiammatorie dell'intestino (morbo di Crohn, diverticolite) o l'endometriosi con possibile isterectomia e asportazione delle ovaie preventive. Non ci sono certezze - William e la moglie hanno detto in modo chiaro di non volerne ancora parlare pubblicamente - ma l'operazione della principessa è stata senza ombra di dubbio motivata da una patologia importante. Nel caso in cui davvero si trattasse di endometriosi, addirittura poco conosciuta e soggetta a diagnosi tardive. Per Kate, grazie a un raggio d'influenza che supera di gran lunga quella degli altri membri della famiglia reale britannica e pure di molte celebrità internazionali, esporsi sulla sua malattia potrebbe significare aiutare milioni di persone con patologie simili, spingendole a fare prevenzione, a riconoscere i sintomi, a insistere nel caso in cui i dottori non dovessero prenderli sul serio.

L'influenza dei reali ha ancora un peso?

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In che modo un'apertura di Kate Middleton sulle sue condizioni potrebbe aiutare altre persone a scoprire e curare patologie simili a quella che l'ha colpita? E davvero i reali hanno ancora un peso sociale capace di cambiare le cose, di aiutare la gente? La principessa, così come gli altri membri senior della famiglia Windsor, hanno fatto della filantropia la loro missione. Anzi, parlare e supportare cause sociali tecnicamente è proprio il loro lavoro. Kate ad esempio si batte da anni per il benessere mentale dei bambini piccoli, il marito William ha lanciato diverse iniziative per aiutare le persone senza fissa dimora e per combattere il cambiamento climatico, la regina Camilla segue diverse associazioni che lavorano con le donne vittime di violenza, la principessa Eugenia, memore della sua esperienza, supporta enti che sensibilizzano sulla scoliosi e la sorella Beatrice si occupa spesso di dislessia, di cui anche lei ha sofferto da ragazzina. All'annuncio dell'operazione alla prostata di re Carlo, uscito dalla London Clinic il 29 gennaio poche ore dopo la nuora, le visite alla pagine del sito dedicata alla sua patologia sul sito dell'NHS, il sistema sanitario britannico, sono aumentate di undici volte rispetto al giorno precedente. Con raccolte fondi, campagne ad hoc o semplici prese di posizione pubbliche, negli anni la famiglia reale ha saputo accendere i riflettori su problemi sociali molto importanti. Non importa perché lo facciano - senz'altro per aumentare la loro awareness, ovvero dare lustro alla propria immagine - in questo caso conta soprattutto il risultato che si portano a casa.

La visibilità dei reali, anche se ciclicamente oscurata da scandali e disaffezione pubblica, rimane importante. E la principessa del Galles, che in quest'ultimo decennio ha avuto il potere di influenzare le scelte delle masse in fatto di moda e acquisti grazie a un dirompente "Kate Effect", ha davvero una voce capace di arrivare ai quattro angoli del globo. Pur non sapendo di cosa si sia ammalata, è chiaro ormai a tutti che Kate sta combattendo contro qualcosa di serio. Se si facesse, a tempo debito e seguendo i suo ritmi, portavoce di questo percorso, potrebbe davvero aiutare milioni di persone e fare la differenza in termini di prevenzione e possibilità di guarigione.