Tutte le forme di violenza, ovunque esse vengano praticate, costituiscono una grave lesione inflitta nei confronti di una persona che, a seguito degli abusi perpetrati nei suoi confronti, potrà purtroppo andare incontro a dolorose conseguenze. Parlare di violenza psicologica in famiglia significa avvicinarsi a un argomento che necessita di essere affrontato con molta delicatezza, soprattutto perché si fa riferimento a comportamenti assunti all'interno del nucleo familiare.

Quest’ultimo è importantissimo per ciascuno in quanto è qui che quando si è piccoli si allacciano le prime relazioni interpersonali ed è questa la dimensione alla quale si tende quando, da grandi, si decide di unire la propria vita a quella di qualcun altro dando forma così a un nucleo nuovo. In questo articolo, un piccolo ritratto dell’argomento.

Violenza psicologica in famiglia: cos’è

Spesso quando si parla di violenza la mente corre veloce ai terribili episodi di violenza fisica che possono purtroppo pervadere anche l’ambito domestico. Tra i maltrattamenti che possono toccare questa preziosissima sfera della vita dell’essere umano non ci sono soltanto quelli diretti al corpo, ma anche la violenza psicologica.

Il maltrattamento psicologico agli occhi di chi non assiste direttamente a quanto accade all’interno delle mura domestiche può presentarsi particolarmente subdolo in quanto difficilmente evidente, ma ciò non significa che non si possa fare nulla contro la violenza psicologica in famiglia.

Quando infatti la situazione si manifesta in modo abituale e determina nella persona oggetto di tale violenza uno stato di soggezione psicologica permanente che le impedisce di vivere con serenità la quotidianità domestica, si sfocia in un reato.

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Come riconoscere la violenza psicologica in famiglia?

Uno dei primi aspetti che può essere utile a captare una situazione familiare che non funziona come dovrebbe è il linguaggio adoperato dalla persona che si rende autrice di una condotta psicologicamente violenta. L’uso costante di parole denigratorie e umilianti rivolte al partner o agli altri conviventi, in grado di pregiudicare il benessere psico-fisico di chi le subisce, costituisce per così dire il “cuore” della violenza psicologica in famiglia.

La conseguenza di un comportamento del genere è spesso da parte di chi è oggetto di questa forma di violenza la sottomissione non tanto perché si teme di diventare oggetto anche di violenza fisica, quanto perché si desidera sottrarsi alle emozioni, paura compresa, che le parole che vengono pronunciate sono in grado di suscitare.

Le condotte di violenza psicologica sono in genere finalizzate alla sopraffazione della vittima, e sono inoltre in grado di mutare le relazioni familiari. Una delle parole chiave in materia è dominio, in quanto è proprio questo ciò che chi si rende autore di determinate condotte vuole esercitare su coloro che abitano con lui.

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Vessazione psicologica in famiglia: alcuni esempi pratici

Come anticipato, un punto sul quale vale la pena focalizzare l’attenzione per accendere i riflettori sul tema della violenza psicologica in famiglia è quello inerente a tutti quei comportamenti adottati per denigrare non soltanto la condotta del partner, ma anche il suo aspetto fisico. Tra le conseguenze che questo atteggiamento può comportare in chi lo subisce c’è un calo dell’autostima. Quest’ultima è un ingrediente fondamentale in pressoché qualsiasi ambito della vita che, a causa dei maltrattamenti, rischia di risultare dolorosamente incrinato.

Inoltre in un caso di violenza psicologica in famiglia è possibile che le parole vengano utilizzate non esclusivamente per denigrare l’altra persona ferendone la dignità e l’autostima, ma pure per sottoporre a ricatto, anche non manifesto, e con potenziali ripercussioni sui figli.

Un esempio pratico di minaccia che può essere rivolta da chi perpetra abusi di tipo psicologico in famiglia è quello di venire abbandonati nel caso in cui non si faccia come detto da lui. I figli purtroppo possono essere “adoperati” come strumento di violenza psicologica, ad esempio nei casi in cui chi pratica questo tipo di maltrattamento denigri il partner in qualità di figura genitoriale.