Molto spesso il web diventa un vero e proprio tribunale in cui gli utenti si trasformano in giudici intransigenti, elargendo commenti offensivi gratuiti che riguardano il corpo di un individuo. Questo comportamento denigratorio, chiamato body shaming, sta diventando una pesante piaga sociale dell’era contemporanea e tantissime persone, celebrities incluse, ne stanno rimanendo vittime. Le conseguenze che derivano da queste offese sono pesanti e, a volte, fanno scaturire severe problematiche psicologiche o, addirittura, far nascere tendenze suicide nella vittima. Per questo motivo, il body shaming è una pratica che deve essere assolutamente combattuta e, nel caso si trasformi in reato, denunciata.

Ne sentiamo parlare sempre più spesso, particolarmente nel mondo social in cui ognuno si sente libero di esprimere pareri che a volte diventano delle vere e proprie offese gratuite, ma cos’è esattamente il body shaming? Analizzando la parola, composta da “shame”, che in inglese vuol dire “far vergognare” o “vergogna”, e “body” (corpo), il suo significato è letteralmente “far vergognare del proprio corpo”.

Si sviluppa principalmente nel mondo del web e dei social network attraverso commenti offensivi e sarcastici diretti verso persone, per la maggior parte donne, ma esiste anche il body shaming maschile.

I giudizi umilianti e derisori sono solitamente “sei troppo grasso” o “sei troppo magro” (in questo caso siamo in presenza dello skinny shaming, cioè il body shaming che prende di mira l’eccessiva magrezza). Tuttavia, le offese possono riguardare qualsiasi aspetto del corpo che, per qualche motivo, non rientra nei parametri convenzionali di bellezza.

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Body shaming: il caso di Dua Lipa e Margot Robbie

Recentemente due star internazionali sono state vittime di body shaming attraverso commenti feroci che si sono scatenati sui social. Dua Lipa e Margot Robbie sono state paparazzate, in due luoghi diversi, in costume e senza trucco mentre uscivano dall’acqua dopo aver fatto un bagno al mare.

Queste foto, che hanno fatto il giro del web, non hanno accontentato le aspettative degli utenti social, i quali si sono sentiti in diritto di esprimere i propri pareri, diventando giudici severi, non in grado di perdonare quelle che per loro risultano essere delle imperfezioni fisiche non trascurabili: «Mamma mia come si è rovinata», «Io sono rimasto deluso da Margot Robbie. Anche lei non è perfetta come sembra», «Che flaccidume» sono solo alcuni dei commenti rivolti alle due celebrities.

Esempi di body shaming sono sempre più diffusi e non sembrano arrestarsi, nonostante tanti volti noti si impegnino costantemente a rendersi portavoci della body positivity, celebrando l’accettazione del proprio corpo così com’è.

Body shaming e le conseguenze sulle vittime

Questo atteggiamento offensivo verso il corpo di una persona non è assolutamente da sottovalutare, anzi è da combattere fortemente e, nel caso in cui è possibile, da denunciare perché può diventare un grave pericolo per chi ne rimane vittima.

Le conseguenze psicologiche che derivano dal body shaming sono estremamente severe, soprattutto per gli adolescenti che si trovano in una fase della propria vita connotata da continui cambiamenti a livello fisico e mentale.

I commenti derisori possono far scaturire nella vittima un abbassamento di autostima, aumento degli stati d’ansia, sintomi depressivi, vergogna, rabbia per non riuscire ad essere accettati e, nei casi estremi, portare la persona a soffrire di disturbi dell’alimentazione perché il proprio aspetto esteriore diventa una vera e propria ossessione.

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Il Body shaming può essere un reato e va denunciato

Far vergognare qualcuno del proprio corpo, pur essendo una pratica orrenda, non è un vero e proprio reato di per sé, ma lo può diventare se questo atteggiamento include la diffamazione, lo stalking o, nei casi estremi, l’istigazione al suicidio.

Il body shaming si trasforma in diffamazione nel momento in cui le offese pubbliche, diffuse anche tramite i social network, ledono la reputazione sociale della vittima.

Si parla invece di stalking, quando questi commenti denigratori diventano costanti nel tempo tanto da portare la persona che li riceve a modificare le sue abitudini di vita per evitare chi la sta insultando.

Nel momento in cui, le pesanti offese arrivano a determinare il suicidio della vittima di body shaming o a rafforzare il suo proposito di togliersi la vita, agevolandone l’esecuzione, il reato diventa istigazione al suicidio o aiuto al suicidio.

Come tutelarsi se il body shaming diventa reato

Nel caso in cui il body shaming includa uno di questi reati, la vittima, al fine di tutelarsi, dovrà sporgere denuncia presso le forze dell’ordine. Una volta ricevuta questa segnalazione, le autorità competenti sono tenute ad avviare le indagini. A questo punto l’autore del reato saràrinviato a giudizio e potrà dover risarcire, dopo un processo civile, gli eventuali danni procurati alla vittima.